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venerdì 31 gennaio 2014

Arriva l' Hi Sex l'ultima frontiera del sesso virtuale

Il nome scelto è già di per sé piuttosto esplicativo per comprendere quali siano le funzionalità del software. In sintesi, si tratta di un’app che consente di rivivere un rapporto sessuale attraverso gli occhi del proprio partner. Entrambe le persone coinvolte devono indossare gli occhiali e sincronizzarli tramite l’app, avviando così la registrazione che verrà terminata al termine della performance. A questo punto i due file video saranno caricati su un server remoto, elaborati in modo da generare un unico filmato e resi disponibili per la visione ai legittimi proprietari, che a loro discrezione potranno scegliere di condividerlo con altri. 
Il responsabile del progetto garantisce il totale rispetto della privacy, assicurando che la permanenza del materiale online (non accessibile pubblicamente) è limitata ad un periodo di cinque ore. Allo scadere i file vengono automaticamente distrutti e non saranno più riproducibili o recuperabili in alcun modo. Il Glassware non è ancora stato reso disponibile per il download e non è dato a sapere se l’accesso al servizio sarà gratuito oppure richiederà una forma di pagamento.
Google ha già dimostrato di essere contraria al rilascio di applicazioni a sfondo sessuale per il suo dispositivo. Lo scorso anno modificò i propri termini di servizio subito dopo la pubblicazione di un software sviluppato da MiKandi che permette di condividere in tempo reale fotografie scattate nei momenti di intimità. 




Video, bomba di acqua su Roma straripa il Tevere






Parte il Ruby ter: “Berlusconi ha corrotto i testimoni”

Prende il via a Milano un nuovo procedimento contro l'ex premier, legato al 'sistema prostitutivo' di Villa San Martino e alla vicenda di Karima El Mahroug. Un'indagine in cui, dopo le sentenze 'Ruby 1' e Ruby 2', il Cavaliere rischia davvero molto.


Silvio Berlusconi, i suoi fidati legali (i parlamentari Niccolò Ghedini e Piero Longo) una ventina di avvenenti ragazze, la ex prostituta brasiliana Michelle Conceicao, l'eurodeputato Licia Ronzulli, la senatrice Maria Rosaria Rossi, lo chansonnier Mariano Apicella, il presidente di Medusa ed ex direttore di 'Panorama', Carlo Rossella, e altri ancora, tra cui la stessa Karima El Mahroug, all'epoca 'Ruby Rubacuori', e pure il pianista di Arcore e di quelle cene non proprio eleganti, Danilo Mariani. Oltre agli ex sottosegretari Valentino Valentini e Bruno Archi e al funzionario della Questura di Milano Giorgia Lafrate.
 45 in tutto, stando a quanto indicato dalle sentenze di primo grado a carico del Cavaliere e di Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora, le persone che entrano nella maxi-inchiesta 'Ruby ter', che ha preso il via ufficialmente con un comunicato stampa firmato dal Procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati.
Con la formalizzazione delle accuse, che vanno dalla corruzione in atti giudiziari alla falsa testimonianza fino alla rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale, e l'iscrizione dei nomi nel registro degli indagati è scattata un'inchiesta che era attesa da tempo.
Un'indagine in cui il Cavaliere rischia davvero molto, dato che due diversi collegi di giudici hanno già accertato, nelle sentenze 'Ruby 1' e 'Ruby 2', gravissimi fatti di inquinamento probatorio commessi mentre erano in corso prima l'inchiesta e poi i processi su quel ''sistema prostitutivo'' di Villa San Martino. Con le motivazioni delle sentenze depositate nei mesi scorsi, infatti, i giudici della quarta sezione penale che hanno condannato il leader di Forza Italia a sette anni di carcere per prostituzione minorile e concussione, e soprattutto quelli della quinta sezione penale, che hanno inflitto sette anni a Fede e Mora e cinque anni alla Minetti, hanno già tracciato la strada del 'Ruby ter'.
Il Tribunale, in particolare, aveva disposto ''la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica per quanto di competenza in relazione agli indizi di reità ravvisati''. E così, dopo l'invio di tutte le carte al quarto piano del Palazzo di Giustizia, l'iscrizione di una quarantina di indagati è stata una sorta di atto dovuto per la Procura, che ora dovrà valutare le singole responsabilità, effettuare una serie di accertamenti e poi nel caso potrebbe anche decidere di archiviare alcune posizioni e esercitare l'azione penale per gli altri.
Per il Cavaliere, per Ghedini e Longo, ma anche per una ventina di ragazze, tra cui Barbara Faggioli, Elisa Toti, le gemelle De Vivo e la cronista Mediaset Silvia Trevaini, ma anche per la stessa Ruby l'accusa è di corruzione in atti giudiziari, stando a quello che i giudici della quinta sezione hanno scritto nelle motivazioni.

L'ex premier, infatti, hanno messo nero su bianco i magistrati, è "gravemente" indiziato del reato di "corruzione in atti giudiziari" perché avrebbe pagato il silenzio non solo delle giovani chiamate a testimoniare sulle serate ad Arcore, stipendiandole con almeno 2500 euro al mese ciascuna, ma anche e soprattutto della marocchina alla quale avrebbe promesso "un ingente compenso se avesse taciuto o 'fatto la pazza'''.
Ruby, che ha sempre negato di aver fatto sesso con l'allora premier da minorenne e in cambio di soldi, risponde, dunque, anche di falsa testimonianza. Così come le 'olgettine' e con loro anche, secondo le indicazioni dei giudici, gran parte degli altri testi che sono andati in aula a difendere l'ex presidente del Consiglio, da Rossella ad Apicella passando per Rossi e Ronzulli e fino al marito di Karima, Luca Risso, al commissario della Questura Iafrate e al massaggiatore del Milan, Giorgio Puricelli.(fonte: infiltrato.it)

giovedì 30 gennaio 2014

Soldi ai partiti, in 20 anni un fiume di denaro pubblico. Circa 2 mld di euro pagati dai contribuenti

Finanziamento pubblico: la riforma dei rimborsi elettorali è in discussione al Senato per una revisione che sarà a regime non prima del 2017. Dal 1994 a oggi, però, ecco quanto hanno incassato le forze politiche: il gap tra spese sostenute e denaro erogato ha generato un 'tesoretto'.

E' un fiume di denaro pubblico. Alimentato costantemente dai singoli contribuenti. E' un profluvio di quattrini che dal 1974 a oggi non ha mai smesso di scorrere né di portare soldi - tanti - nelle capienti tasche dei partiti politici. Più di quanti non servissero a coprire le spese realmente sostenute a fini elettorali. Soltanto nel corso degli ultimi 20 anni,circa 2,7 miliardi di euro sono stati erogati sotto forma di rimborsi pubblici tra voto per le politiche, le europee. Un lasso di tempo durante il quale i cittadini sono stati chiamati alle urne per ben 15 volte, amministrative escluse.

E, complici le modifiche al rialzo di una contribuzione 'di sostegno' che non ha mai smesso di  foraggiare le forze politiche in corsa nelle singole tornate elettorali, il risultato è stato un 'tesoretto' che oggi si è sedimentato:1,9 miliardi di euro, infatti, è l'ammontare del 'surplus' che i partiti si sono ritrovati nei propri salvadanai, al netto delle spese accertate. Spese che, dal canto loro, non raggiungono i 700 milioni di euro. A conti fatti, l'utile incamerato è dunque tre volte quanto si è speso. E, tanto per fare un raffronto, corrisponde alla cifra che nel 2014 occorre per la ricostruzione dell'Aquila post terremoto e del 'cratere' sismico che la circonda.

I dati degli ultimi 20 anni parlano chiaro. E la domanda resta: cos'hanno fatto gli uomini dei partiti con questo tesoretto? Al netto delle inchieste avviate con l'accusa di peculato, quei soldi - è stata la risposta - servono a pagare l'affitto delle sedi, i dipendenti, i funzionari e le campagne di comunicazione. Di sicuro c'è che su Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita accusato di aver utilizzato i rimborsi elettorali per acquisti immobiliari, pende ancora il processo penale. Ma la Corte di Conti ha già deciso: deve restituire quasi 23 milioni di euro al ministero dell'Economia.


martedì 28 gennaio 2014

Scandalo Inps, l'indagato Mastrapasqua: "non mi dimetto"

Amministra l'Inps e altre 24 società pubbliche e private. Guadagna (almeno) 1 milione e 300 mila euro l'anno ed è ora indagato per i rimborsi illeciti all'ospedale israelitico, dove è direttore generale.

IL SALOTTO DEI SALOTTI. Ma, soprattutto, Antonio Mastrapasqua, presidente Inps e vice di Equitalia, stringe mani, brinda, chiacchiera e «vede gente», direbbe Nanni Moretti, alle serate del Circolo Canottieri Aniene, il salotto dei salotti della Capitale, dove il padrone di casa è Giovanni Malagò, presidente del Coni oltre che del circolo mondan-sportivo, grande amico di Letta zio (Gianni) e praticamente di tutta la Roma che conta: dal banchiere Cesare Geronzi fino a Walter Veltroni.

LA GRANA MONTI. È qui la chiave del potere del signore della previdenza, l'uomo che, accusa oggi l'ex ministro Elsa Fornero, il governo Monti e il parlamento hanno cercato, inutilmente, più volte di rimuovere o perlomeno di limitare nella sua infinita libertà d'azione.

Il Circolo dei potenti: la regia di Malagò e l'amicizia con Gianni Letta

Mastrapasqua è un fiscalista, un prezioso esperto di tasse e previdenza che tutti vogliono alla propria corte per far quadrare bilanci e conti con il fisco e la previdenza.
E la Canottieri Aniene è il luogo prediletto degli scambi romani: sotto l'accorta regìa di Mago Malagò le serate sono sempre importanti e affollate, ma solo dalla gente 'giusta'.

DA 54 A 25 POLTRONE. In quel momento, le poltrone di Mastrapasqua tra enti pubblici e società private erano 54, scesero più tardi a 38 e oggi 'solamente' a 25.
Il manager di larghe intese riuscì velocemente a stabilire un record: nel 2010 chiuse per la prima volta in rosso il bilancio dell'Inps dopo 10 anni in attivo.

IL 'RICATTO' DI CICCHITTO. Quando Berlusconi fu costretto a lasciare il posto a Mario Monti, si aprì lo scontro sul presidente Inps. Il Professore e Fornero avrebbero voluto cacciarlo, ma Gianni Letta gli alzò attorno un solido muro di protezione: spettò al capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto, vecchio socialista craxiano maestro di politica, di nomine e intrighi, spiegare a Monti che se saltava Mastrapasqua, saltava anche il governo dei tecnici.


La pornostar Heidi compie 23 anni: Per festeggiare farò sesso con 23 uomini

TORONTO - Un regalo molto particolare per il 23esimo compleanno di Heidi Van-Horny. La giovane pornostar canadese per l'occasione vuole infatti fare sesso con 23 uomini. Uno per ogni anno di vita. La pagina Facebook creata per andare a caccia dei volontari sta sbancando ed è stata inondata di candidature, ma in Canada gridano allo scandalo.
Heidi è un'attrice porno e festeggerà il suo particolarissimo compleanno il prossimo 20 febbraio. C'è il sospetto che dietro ci sia una campagna pubblicitaria e un contratto milionario per i 23 uomini. L'idea è dell'amicoAndré Delaseine, proprietario dell'agenzia cinematografica per adulti AD4X Production. L'appuntamento è per il 20 febbraio al cabaret-club L’Eclipse Dix71 di Montréal.
(Fonte: leggo.it)

lunedì 27 gennaio 2014

“Tumore legato al vaccino fatto durante il militare”: ministero Salute condannato -

Il ministero della Salute condannato dal Tribunale di Ferrara che, per la prima volta in Italia, ha riconosciuto un nesso di causalità tra il tumore e i vaccini fatti durante il servizio militare di leva
Il giudice Alessandra De Curtis ha stabilito che i vaccini sono stati somministrati ‘macroscopicamente’ in modo sbagliato dai medici. “Ora questa sentenza storica – spiega l’avvocatoFrancesco Ferruli di Martinafranca che ha assistito la famiglia assieme al collega di Ferrara Antonio Boldrini – potrà essere applicata a tanti altri casi analoghi. E’ un segnale di giustizia e sancisce un principio: non a caso ho appena parlato con altri militari che forti di questo pronunciamento, inoltreranno le proprie richieste”.
A novembre il processo penale per il caso Finessi si era concluso davanti al tribunale di Belluno con la condanna a tre anni di Nicola Marchetti, ufficiale medico del 16/o reggimento Alpini di stanza alla caserma Salsa, per falso ideologico e falso materiale commessi da pubblico ufficiale in atti pubblici, per alcune visite mai effettuate sui soldati a lui affidati. In particolare, l’indagine metteva in relazione le mancate visite e un vaccino anti-tifo somministrato due volte a Finessi. Erano stati il quotidianoRepubblica e poi il sito la repubblica.it primi ad occuparsi di questi casi. Dall’inchiesta giornalistica scaturirono diverse interrogazioni parlamentari, il cambiamento dei protocolli vaccinali di parte delle forze armate e anche la costituzione di diverse commissioni parlamentari.(fonte: il fatto quotidiano.it)

Terremoto Grecia, avvertito anche in Puglia

BARI - Due scosse di terremoto con epicentro nell’isola di Cefalonia (Grecia) nel pomeriggio di ieri hanno raggiunto anche buona parte del Sud Italia dove sono state percepite in Puglia nella Calabria jonica, in Sicilia e in altre zone dell’area mediterrane. Diverse le segnalazioni anche a Napoli città, soprattutto da parte di chi abita in collina e ai piani alti. In Puglia le segnalazioni maggiori sono arrivate dalle zone di Lecce, Brindisi e Taranto. In Italia non ci sono stati né danni né feriti.

BRINDISI - Attimi di leggera apprensione nel Brindisino e in particolare nel capoluogo, dove il sisma che ieri pomeriggio ha avuto come epicentro Cefalonia e diverse altre isole Ionie, è stato avvertito distintamente in tutti gli appartamenti dal terzo piano in su. Sono state due le scosse, in rapida successione, ma entrambe sono durante poco: non oltre i cinque secondi. Tanto però è bastato a far giungere una serie di telefonate al centralino dei Vigili del fuoco del Comando provinciale di Brindisi, da parte di cittadini che cercavano di saperne di più. Il passo successivo è stato quello della condivisione online della notizia: su facebook, in particolare, si è registrata - nei secondi immediatamente successivi al fenomeno - una rapida impennata da parte dei brindisini che comunicavano l’accaduto, chiedendo al contempo informazioni su dove fosse l’epicentro e se so fossero registrati danni o feriti. Ogni preoccupazione, però, è rientrata nel giro di una manciata di minuti, quando - sempre attraverso Internet - si è saputo che l’epicentro del sisma era stato individuato nell’isola ellenica di Cefalonia dove si sarebbero registrati anche alcuni crolli. Nessun danno, invece, si è registrato a Brindisi e in provincia, dove ai piani più bassi il sisma non è stato neanche avvertito e dove nessun danno a cose o persone è stato registrato. Paradossalmente ha fatto più danni il fortissimo vento di maestrale che, soffiando impetuosamente per l’intera giornata, ha reciso più di qualche antenna televisiva sui terrazzi di alcune palazzine, che non il sisma, avvertito da tanti ma rimasto fortunatamente privo di qualsiasi conseguenza.

LECCE - La Grecia trema e nel Leccese scatta l’allarme con decine di telefonate ai vigili del fuoco. È stato un pomeriggio di paura quello vissuto ieri in molti centri della provincia di Lecce, dove centinaia di cittadini hanno avvertito gli effetti delle forti scosse di terremoto registrate nell’isola di Cefalonia. Un evento sismico che soprattutto nel Capo di Leuca ha fatto tremare le pareti e i pavimenti e fatto oscillare i lampadari, specie negli appartamenti ubicati ai piani superiori. Da Nardò a Galatina, da Gagliano del Capo a Maglie e Castro, passando da Galatone, Alezio, Poggiardo e nella stessa Lecce, le vibrazioni sono state avvertite distintamente. Il centralino dei vigili del fuoco del comando provinciale di Lecce e dei distaccamenti di Tricase, Maglie, Casarano e Gallipoli è stato preso letteralmente d’assalto, da persone allarmate che chiedevano soprattutto se il fenomeno tellurico possa ripetersi nel Salento. Non sono stati pochi, soprattutto sui social network, a segnalare le paure vissute. «Oddio il terremoto – ha twittato Barbara Icaro da Cutrofiano ieri pomeriggio pochi istanti dopo la forte scossa – stavo seduta sul divano. Aiuto». «Il divano si muoveva – ha postato Gabriella Primordio di Alezio - la scossa di terremoto si è sentita anche qui».

TARANTO - La terra ha tremato anche a Taranto dove l’onda lunga della scossa greca si è fatta sentire in maniera molto intensa. Decine le telefonate giunte ai centralini delle forze dell’ordine e, soprattutto, a quello dei vigili del fuoco. I tarantini hanno chiesto lumi sull’epicentro dopo aver avvertito la scossa. Nessun danno in città e in provincia. Tra i tarantini c’è solo il timore che quella di ieri sia l’inizio di uno sciame sismico. Un effetto del terremoto è stata la condivisione immediata della notizia sui social network. Nei minuti successivi al terremoto sono stati centinaia i «post» scritti su facebook o «twittati» relativi all’argomento. La scossa ha reso più movimentato il tranquillo pomeriggio della domenica dei tarantini, senza creare altri disagi. Stessa reazione, almeno in rete, anche per il secondo terremoto avvertito qualche ora dopo la prima scossa. Un po’ di apprensione e una valanga di commenti su facebook.(fonte: la gazzetta del mezzogiorno.it)


Ufo video shock, avvistamenti nei cieli della capitale





sabato 25 gennaio 2014

Video shock, ecco come viene prodotto il kebab



Marò, l'India li accusa di terrorismo: «Possibile la pena di morte»

«Sì, abbiamo completato le indagini sui marò». Contro Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è stata usata la legge antiterrorismo sulla navigazione marittima? «Sì, l’abbiamo applicata». 
Il Sua Act è la norma che prevede fino alla pena di morte se i nostri fucilieri di Marina saranno riconosciuti colpevoli dal tribunale speciale e condannati per l’uccisione di due pescatori del Kerala scambiati per pirati il 15 febbraio 2012. Quando si farà il processo? E cosa rischiano? «Non posso aggiungere commenti, il caso è ora alla Corte suprema, che a febbraio prenderà una decisione». È secca e decisa al telefono la voce di Sharad Kumar, il direttore generale della NIA, National Investigation Agency, l’FBI indiana che secondo le indiscrezioni avrebbe costruito la base per un processo che potrebbe concludersi con la pena capitale, a dispetto delle assicurazioni scritte del governo indiano lo scorso marzo. Quel documento, concordato fra l’inviato speciale per i marò Staffan de Mistura e il ministero degli Esteri indiano, lascia uno spazio d’autonomia alla magistratura indiana ma sottolinea che la vicenda dei marò non rientra nei pur rarissimi casi che in India comportano la pena di morte. Da allora con la ripresa delle indagini da parte della NIA, che di fatto si occupa dei reati più gravi dal terrorismo al traffico d’armi, dallo spionaggio all’attentato alla sicurezza della navigazione, lo spettro della fucilazione è ricomparso più volte sui media indiani.
LE CONFERME
Il capo della NIA conferma che le indagini in realtà sono finite ma non pubbliche, ed è quindi possibile formulare un capo d’accusa che però non c’è ancora, e la legge applicata è proprio il famigerato Sua Act. Il dilemma che l’amministrazione indiana si pone adesso è come evitare questo esito, per non compromettere le relazioni con l’Italia ed evitare ripercussioni sull’accordo di libero scambio UE-India che potrebbe esser firmato dopo le elezioni indiane di aprile-maggio e le contemporanee elezioni per l’Europarlamento.

La UE fa pressing sull’India. E come quasi sempre avviene in questi casi in India, la questione sarà risolta dalla Corte Suprema. Che ha invitato le istituzioni a trovare un accordo al loro interno. Il clima freddo nella NIA nei confronti dei marò era già evidente a metà aprile, quando un responsabile dell’Agenzia a Kochi disse: «Io non mi occupo di relazioni fra Stati. Io sono un investigatore, mi concentro sul delitto. Il mio compito è scoprire la verità. Non ci faremo influenzare dall’emotività che c’è attorno a questo caso». E ancora: «Non siamo in tempo di guerra, non mi importa se a commettere un delitto sono stati uomini in uniforme». Nessuna immunità.

Ieri il ministro degli Esteri Emma Bonino ha portato il caso a Davos, dove ha incontrato i ministri indiani del Commercio e delle Finanze, Anand Sharma e Shri Chidambarn. «Mi hanno espresso con chiarezza l’opinione che la pena di morte non è pensabile». Si sono impegnati a fare «quanto in loro potere» perché vi sia una decisione il 3 febbraio. Certo, ammette la Bonino, «c’è frustrazione in Italia e anche la stampa indiana ammette che la vicenda è stata gestita non in maniera specchiata. Anche la nostra giustizia non brilla per tempismo, ma è sconcertante che dopo due anni non ci sia neppure il capo d’imputazione».

L’Italia è preoccupata per la «politicizzazione» dovuta alla campagna elettorale che vede contrapporsi i nazionalisti al Partito del Congresso dell’italiana Sonia Gandhi. Accenna poi, la Bonino, che «appena finito il processo i marò torneranno in Italia», in base a «accordi internazionali». Infatti, anche se condannati, i due fucilieri potrebbero scontare la pena in patria.(fonte: il messaggero)



venerdì 24 gennaio 2014

Gigi Buffon e Alena Seredova si separano

"Buffon ha preso una sbandata per Ilaria D’Amico". E per questo si starebbe separando da Alena Seredova. Il gossip arriva nel corso dell’Alfonso Signorini Show, su Radio Monte Carlo.
IL TRIANGOLO - Più in dettaglio, nel corso della trasmissione, a proposito di un’eventuale donna del mistero per Buffon, Signorini ha affermato: «È Ilaria D’Amico. Pare che il portiere abbia preso una sbandata per Ilaria D’Amico. Questo è il gossip del momento. Noi non ci nascondiamo. Questo vuole la legge del gossip, poi i diretti interessati smentiranno e la verità prima o poi verrà fuori». Sul fronte Seredova, invece, secondo Valerio Palmieri e Azzurra della Penna, giornalisti di Chi, ospiti del programma radiofonico, «c’è la voce che ci sarebbe di mezzo un macellaio, come nel film della Parietti. Alena ha già smentito attraverso gli avvocati».(fonte: corriere della sera).

Arresto Justin Bieber, le confessioni della star

Los Angeles - Justin Bieber ancora nei guai. La celebre pop star canadese è stata arrestata dalla polizia di Miami e trasferito in carcere con l’accusa di stato di ebbrezza causata da alcol e droga, guida con la patente scaduta, e eccesso di velocità, mentre correva a bordo di una Lamborghini affittata.
Secondo le prime fonti, i ragazzi del suo entourage avevano bloccato con le loro auto una strada, la Pine Tree Dive, in modo da permettere al cantante, appena 19enne, di correre in macchina senza ostacoli, quello che viene chiamato “drag racing”. Poi però è arrivata la polizia e l’arresto.
Lo stesso cantante ha ammesso agli agenti di aver fumatomarijuana e di aver ingerito pillole eccitanti, prima di mettersi alla guida. Ora rischia sei mesi di galera e sei mesi senza licenza di guida. Ma la sua pena potrebbe anche essere trasformata in un programma di recupero prevista dallo stato della Florida per chi è arrestato per la prima volta.(fonte. il secolo XIX )

Baby squillo, anche il manager faceva il gigolò

Non si occupava solamente di procacciare incontri alle ragazze che gestiva, ma, all’occorrenza, pure lui si sarebbe improvvisato gigolò. 
Glauco Guidotti, il cinquantacinquenne di Capena finito in manette per induzione e sfruttamento della prostituzione di maggiorenni e minorenni, negli annunci che pubblicava sul web avrebbe provato a vendere anche se stesso, proponendo a single e a coppie sposate di partecipare ad appuntamenti galanti. E’ l’ultimo dettaglio che emerge dall’inchiesta scattata la scorsa estate, dopo che la madre di una ragazzina di soli sedici anni aveva denunciato agli inquirenti che sua figlia forse era coinvolta in un giro losco: il suo portafoglio era sempre pieno di soldi e a casa aveva un atteggiamento strano. Pedinandola, gli agenti della Squadra mobile avevano scoperto che era stata trascinata in un giro di prostituzione gestito da Guidotti, che su internet si spacciava per manager di modelle e, promettendo soldi e notorietà, aveva convinto giovani donne a cedere il loro corpo in cambio di denaro.

L’INTERCETTAZIONE
Quando parlava al telefono per concordare con le ragazze appuntamenti e pagamenti, il cinquantacinquenne non sospettava nemmeno di essere intercettato. “«ò dobbiamo stare attenti, questi li hanno beccati», avrebbe detto. Era lo scorso ottobre ed era da poco scoppiato lo scandalo delle baby squillo con base ai Parioli. Cinque persone erano appena state arrestate; alcune di loro erano accusate di avere sfruttato due liceali, spingendole a vendersi e mettendosi in tasca parte degli incassi. Guidotti parlava di loro e, forse, pensava che lui, invece, non sarebbe mai stato scoperto. Non credeva che presto si sarebbe ritrovato con le manette intorno ai polsi. Perchè non sapeva che, da mesi, gli agenti della Squadra mobile monitoravano ogni sua mossa. Quando raccomandava alle ragazze e ai clienti di «stare guardinghi», infatti, negli uffici di piazzale Clodio c’era già un dettagliato dossier sul suo conto e gli inquirenti avevano già individuato, oltre alla minorenne, almeno altre tre giovani cadute nella rete del falso manager.


giovedì 23 gennaio 2014

Nuove Case di lusso ai Rom assegnate dal comune di Torino


Furgone in retromarcia uccide madre di tre gemelli

Una donna, madre di tre gemelli, è morta dopo essere stata travolta da un furgone caduto da un terrapieno mentre era in retromarcia a Sesto San Giovanni nel Milanese.

Secondo una prima ricostruzione, la donna stava prendendo al sua bicicletta quando è stata schiacciata dal furgone che, in retromarcia, è piombato sulla rampa dei box del condominio in cui viveva la vittima.

L'uomo alla guida del furgone che ha ucciso una donna, precipitando in retromarcia sulla rampa dei box di un condominio, mentre la vittima stava prendendo la bicicletta, era senza patente e avrebbe dovuto spostarlo di pochi metri per poter caricare un mobile. Il furgone, condotto da un egiziano di 36 anni, a quanto si è saputo, appartiene a una ditta che stava effettuando dei lavori nel palazzo. La vittima, A.S., 45 anni, era madre di tre gemelli di sette anni. Il conducente, in retromarcia, ha sfondato una rete metallica e il mezzo è precipitato da un terrapieno, schiacciando la donna che era in compagnia di un'amica, ora sotto choc.


mercoledì 22 gennaio 2014

Lavoro, Cgil: “Oltre 515mila lavoratori in cassa integrazione nel 2013″

Oltre 515mila lavoratori relegati per l’intero 2013 in cassa integrazione a zero ore, in ragione di 1.075 milioni di ore di cig, richieste e autorizzate lo scorso anno, ovvero il terzo peggior risultato degli ultimi quattro. Una mole tale che porta il totale di ore messe a segno nei passati sei anni di crisi economica, a partire cioè dal 2008, a più di 5,4 miliardi. E’ quanto afferma la Cgil in una nota, sottolineando che la forzata astensione dal lavoro per l’oltre mezzo milione di lavoratori coinvolti nei processi di cassa a zero ore nel 2013 ha inciso inoltre pesantemente sul reddito con la perdita complessiva di oltre 4.125 milioni di euro, ovvero 8mila euro in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore. Questo in estrema sintesi il bilancio degli effetti determinati dalla crisi sullo scorso anno in termini di ricorso alla cassa integrazione secondo l’elaborazione delle rilevazioni dell’Inpsda parte dell’Osservatorio Cig della Cgil nazionale nel rapporto di dicembre 2013.

Numeri che, per il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, descrivono “un sistema produttivo letteralmente frantumato per un verso dai colpi della crisi e dall’altra dal non aver messo in campo misure per invertire la tendenza. Il tutto mentre questa situazione si riversa con violenza sulla condizione di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che, entrando nel settimo anno di crisi, versano in una condizione digrandissima sofferenza”.

Per Lattuada serve quindi “un netto cambio di passo, l’avvio di un’opera di vera e propria ricostruzione che metta al centro, prima ancora delle regole, interventi che favoriscano processi di riorganizzazione generale dell’economia e della produzione”. Le ore di cassa integrazione complessive, richieste e autorizzate lo scorso anno, risultano essere il terzo peggior risultato dall’inizio della crisi. Con 1.075.862.355 di ore (-1,36% sul 2012), il 2013 si piazza al terzo posto dietro al 1.090.654.222 di ore richieste l’anno precedente e al dato record raggiunto nel 2010, anno d’introduzione della casse in deroga, pari a 1.203.638.249. Nel dettaglio, scorporando le ore di cassa integrazione tra ordinaria (cigo), straordinaria (cigs) e in deroga (cigd), questi i numeri segnati lo scorso anno: 343.544.183 per la cigo (+2,37% sullo stesso periodo del 2012), 458.897.124 per la cigs (+14,64%), 273.421.048 per la cigd (-22,93%).

Continua anche a dicembre la crescita del numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di cigs. Nel corso del 2013 sono state 6.838 per un +10,45% sul 2012 e riguardano 12.025 unità aziendali (+9,08% sull’anno passato). Nello specifico si registra sempre un forte aumento dei ricorsi per crisi aziendale, che rappresentano il 56% del totale dei decreti. Diminuiscono le domande di ristrutturazione aziendale e quelle di riorganizzazione aziendale. “Gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende tornano a diminuire nel 2013 e rappresentano solo il 6,81% del totale dei decreti. Un segnale evidente del progressivo processo dideindustrializzazione in atto nel Paese”, segnala lo studio Cgil. Quanto ai dati regionali, secondo la Cgil, è pesante il bilancio per le regioni del nord in termini di ricorso alla cassa integrazione nel 2013. Dal rapporto del sindacato emerge che al primo posto per ore di cig autorizzate c’è la Lombardia con 251.480.693 ore che corrispondono a 120.441 lavoratori.

Quanto ai comparti colpiti, si conferma ancora una volta la meccanica il settore dove si è totalizzato il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione nel corso dall’anno passato. Secondo il rapporto della Cgil, infatti, sul totale delle ore registrate da gennaio a dicembre 2013, la meccanica pesa per 366.447.892, coinvolgendo 175.502 lavoratori. Segue il settore delcommercio con 143.493.549 ore di cig autorizzate per 68.723 lavoratori coinvolti e l’edilizia con 124.990.822 ore e 59.862 lavoratori. Per quanto riguarda i lavoratori coinvolti dai processi di cassa nel 2013, considerando un ricorso medio alla cig pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (26 settimane), sono risultati essere 1.030.519 i lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 52 settimane lavorative, si è determinata un’assenza completa dall’attività produttiva per 515.260 lavoratori, di cui 200 mila in cigs e 130 mila in cigd.


Camorra, 90 arresti in Campania, Lazio e Toscana e sequestri per 250 milioni

Un’operazione per l’arresto di 90 persone accusate di far parte del clan di camorra dei ‘Contini’ e per il sequestro di beni per 250 milioni di euro è scattata all’alba in Campania, Lazio e Toscana. L’operazione è coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e dalle Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Roma e Firenze. L’inchiesta è la più vasta realizzata finora sul clan ‘Contini’, ritenuto dagli investigatori fra quelli egemoni a Napoli e riguarda, in particolare, le operazioni di reinvestimento dei proventi economici di gruppi camorristici in imprese e operazioni economiche a Napoli e in altre zone della Campania, a Roma e in Toscana.
Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli contro 90 persone, decreti di sequestro emessi dal Tribunale di Firenze, dalla Dda di Napoli e, nell’ambito di una procedura di prevenzione, dal Tribunale di Roma. I provvedimenti riguardano beni immobili e aziende controllati dal clan ‘Continì. Le indagini sono state coordinate dallaProcura nazionale antimafia guidata dal procuratore nazionale Franco Roberti e dirette dalla Dda di Napoli guidata da Giovanni Colangelo, da quelle di Roma per l’applicazione delle misure di prevenzione nella capitale e da quelle di Firenze per le perquisizioni e i sequestri relativi all’infiltrazione del clan camorristico nelle attività economiche e imprenditoriali toscane.

martedì 21 gennaio 2014

Regione Lazio, prorogata l'allerta meteo

La Sala Operativa Permanente della Regione Lazio ha prorogato l'allerta meteo a partire dalla sera di oggi e per le successive 18-24 ore. Sul Lazio è previsto il persistere di precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale. Accompagnati da rovesci di forte intensità lampi e forti raffiche di vento". Da ieri sono stati numerosi gli interventi della Protezione civile regionale in particolare per l'esondazione dei fiumi Liri e Rio Molle, entrambi nella provincia di Frosinone.(fonte: ANSA)

La prostituta 16enne: «Andavo con gli uomini più grandi per 200 euro»

Il finto manager delle modelle aveva un complice, Glauco Guidotti, 55 anni, non era da solo a gestire il giro delle giovanissime squillo. Un altro uomo reclutava le ragazze, qualcuno che voleva entrare in «società» con Guidotti e per questo cercava nuove aspiranti modelle da presentare al manager. Stefania (il nome è di fantasia), la sedicenne finita nel giro, sarebbe stata una sua amica, secondo gli inquirenti il procacciatore la conosceva da tempo, e sarebbe stato lui a metterla in contatto con Guidotti. Anche il complice del finto manager arrestato è accusato di induzione e sfruttamento della prostituzione di maggiorenni e minorenni. Alcuni mesi fa un altro giro di baby squillo è stato scoperto nella capitale, due studentesse di 15 e 16 anni incontravano i clienti in un appartamentino nel quartiere residenziale dei Parioli. Gli investigatori stanno appurando se nella vicenda di stefania siano coinvolti anche personaggi che hanno avuto un ruolo nella storia delle baby squillo dei Parioli. «È tutto vero, andavo con gli uomini più grandi, prendevo 200 euro, li incontravo quando non c’era scuola. Nel giro mi ci ha fatto entrare un mio amico, ma non l’ho fatto per gli abiti firmati, lo volevo fare e basta». Ha detto questo Stefania ai magistrati che l’hanno ascoltata un paio di settimane fa, e il suo è il racconto di una ragazza che gli inquirenti definiscono «problematica», presto verrà riascoltata perché l’inchiesta della Mobile non è certo conclusa, si indaga anche su un giro di droga e ci sono pure una decina di indagati. Gli investigatori guidati da Renato Cortese stanno identificando i clienti della minorenne, professionisti, dirigenti d’azienda e commercianti, e ancora una volta la Roma cosiddetta «bene», trema per questa nuova inchiesta sulle baby squillo e potrebbero scattare altre manette.
L’inchiesta Le indagini scattano l’estate scorsa, Stefania è seguita dalle assistenti sociali, la studentessa ha avuto problemi con la droga. Sono le assistenti a notare che la ragazzina sta assumendo dei comportamenti sempre più aggressivi e frequenta brutti ceffi. La madre denuncia tutto agli agenti della Mobile, parla della droga, e i poliziotti incominciano a tenere sotto controllo la minorenne ed un paio di spacciatori che l’avrebbero avvicinata. Mesi di pedinamenti e intercettazioni, per scoprire che Stefania, presentata dall’amico, è entrata in contatto con Glauco Guidotti, un disoccupato che vive a Capena, piccolo centro ai confini con la capitale, dove tutti lo conoscono e dicono che è «una gran brava persona», che di mestiere vendeva macchine, poi è stato licenziato. Gli inquirenti avrebbero appurato che Guidotti, con la promessa di un futuro nel mondo della moda e dello spettacolo, invitava le ragazze a mandare foto nude, diceva che avrebbero guadagnato un sacco di soldi, soprattutto se accettavano di fare anche le accompagnatrici. In questa trappola cade pure Stefania, le sue foto osé compaiono su «Bakekaincontri». La ragazzina conosce molti uomini, agli appuntamenti viene accompagnata da Guidotti, raggiunge i clienti nei loro appartamenti in centro e in periferia, ne incontra anche più di uno al giorno. La tariffa è di 200 euro, Stefania si prostituisce nel fine settimana, quando non ha impegni con la scuola.(fonte il messaggero.it)


lunedì 20 gennaio 2014

Schumacher potrebbe restare in coma per sempre

Michael Schumacherpotrebbe non risvegliarsi più dal coma in cui si trova dal 29 dicembre scorso in seguito a una caduta mentre sciava sulle nevi di Meribel, in Francia. Il sette volte campione tedesco di Formula 1 si trova da 18 giorni collegato alle macchine dell'ospedale di Grenoble. Troppi giorni, secondo la rivista "Focus" ripresa dal giornale inglese Daily Mail. In genere, secondo gli esperti contattati da "Focus", i pazienti nel suo stato vengono risvegliati dopo una o due settimane. "Potrebbero esserci state delle complicazioni" ha dichiarato a Focus il neurochirurgo Andreas Zieger della Clinica Universitaria di Oldenburg: "Non speculiamoci su, parliamo di vita e di morte. In teoria lo stato comatoso può essere mantenuto a vita. Non crea danno al cervello". Ma ci sono effetti collaterali: gli anestetici stressano il fegato, i muscoli collassano e c'è una pressione cranica dovuta al fatto che il liquido cerebrospinale non circola bene. Il neurologo tedesco Gereon Fink teme che il lungo coma della leggenda della Formula 1 indichi seri danni al cervello e che le sue condizioni siano critiche, peggiori di quello che si pensava: "Se le lesioni sono così gravi da nuocere al paziente, allora viene mantenuto in stato di coma".
Schumacher, che ha accanto sua moglie Corinna e i due figli, è stato sottoposto a due operazioni. Secondo il settimanale tedesco Bild, dopo il suo incidente, ai piloti è stato vietato di intraprendere attività pericolose su percorsi poco battuti, niente sci e motocross da ora in poi. Red Bull ha vietato al pilota Daniel Ricciardo di surfare a Perth, in Australia, perché la zona è a rischio di attacco squali.(fonte: libero quotidiano.it)

Scoperti 20 rom falsi poveri Avevano un tesoretto da 2 milioni

Avevano un vero e proprio “tesoretto”: libretti di deposito, obbligazioni e gioielli custoditi in cassette di sicurezza. I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno sequestrato a venti persone, tutte di etnia Rom, residenti presso i vari campi nomadi autorizzati della Capitale beni per circa due milioni di euro. I rom ufficialmente risultavano indigenti tant’è che fruivano di alloggio ed utenze (acqua, elettricità e gas) gratuite a carico di Roma Capitale oltrechè dell’esenzione dalla tassa sui rifiuti.

Un patrimonio, quello scoperto dai finanzieri, sproporzionato e non giustificato dai redditi dei rom che, invece, annoverano numerosi precedenti per gravi reati quali furto, ricettazione, armi, rapina, falsificazione di denaro, false identità.(fonte: il messaggero.it)



Stamina, tre scienziati contro Le Iene: «Inganno è anche colpa loro»

Elena Cattaneo, Michele De Luca e Gilberto Corbellini accusano la trasmissione delle Iene: «l’inganno Stamina è anche colpa loro».

L’inchiesta. L’accusa della senatrice a vita e direttore del Centro di ricerca sulle cellule staminali dell’università di Milano, di uno dei massimi esperti mondiali di staminali, De Luca, e dello storico della medicina e delle scienze, Corbellini, arriva mentre si attende la conclusione dell’inchiesta di Torino su Stamina, «in dirittura d’arrivo» secondo il procuratore Raffaele Guariniello, che vede indagate 20 persone, tra cui anche lo stesso Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation. Su quest’ultimo pende anche un procedimento per presunta truffa alla Regione Piemonte, la cui prima udienza è stata fissata per il 7 febbraio.

L’accusa alle Iene. I tre scienziati parlano in una lettera firmata di informazione-spettacolo «irresponsabile» e affermano che «l’uso della vicenda Stamina» fatto dal programma tv di Italia 1 è «un esempio eclatante di irresponsabilità nella pratica della libertà di informazione, da cui sono venuti danni irreparabili a persone e alla sanità pubblica». «Le Iene hanno gravi colpe nell’avere concorso a costruire, insieme a Vannoni, «l’inganno Stamina», dicono, «con una responsabilità morale forse equivalente a quella dello ‘stregone di Moncalieri’ e con un impatto comunicativo sicuramente superiore a quello di uno o più stregoni». Parole forti, alle quali già in passato Davide Parenti, direttore del programma - come riporta anche la lettera dei tre scienziati - aveva risposto: «Abbiamo solo raccontato».


Regione Lazio, trovata microspia nella sala riunioni utilizzata da Zingaretti

Trovata una microspia artigianale nella sala riunioni del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. La cimice per intercettazioni ambientali è stata scoperta “sabato nel corso di una periodica verifica a tutela della privacy e della sicurezza degli uffici della Presidenza”, informa una nota della Regione Lazio.

Durante la bonifica, nel bracciolo di “una poltrona della sala riunioni (accanto alla stanza di Zingaretti, ndr)- continua la nota – è stato trovato un complesso apparato elettronico idoneo all’ascolto e alla registrazione ed atto alla trasmissione all’esterno”. Una denuncia è stata fatta ai carabinieri ed è stata immediatamente informata la Procura della Repubblica di Roma dell’avvenuto ritrovamento.

“Gli investigatori ci hanno segnalato che non si tratta di un apparecchio in uso a forze dell’ordine”, dichiara Zingaretti ai microfoni di Sky Tg24. Poi sottolinea: “E’ stata trovata in un posto dove si prendonodecisioni importanti. Noi ci siamo mossi subito per la trasparenza facendo ad esempio la centrale unica degli acquisti. Certo, non fa piacere essere spiati ma io sto a posto con la mia coscienza”. Il presidente ha inoltre precisato di “non avere sospetti di nessun tipo” e che si trattava di una bonifica di routine. “Confido che le indagini facciano luce al più presto su questo ritrovamento inquietante – conclude -. Da parte nostra continueremo nell’opera di rinnovamento, trasparenza e autonomia a difesa dell’interesse pubblico che abbiamo iniziato sin dal primo giorno del nostro arrivo”.

Ma la scoperta ha un precedente. Anche l’ex Presidente della Regione Lazio,Renata Polverini, era spiata. Nell’aprile del 2011 l’allora governatrice denunciò alla Procura il ritrovamento di tre microspie e una microcamera. Le apparecchiature furono ritrovate durante una bonifica e una microspia fu rinvenuta in una intercapedine a pochi metri dall’ufficio di gabinetto della presidenza. Il ritrovamento avvenne inoltre dopo che Renata Polverini aveva subito nelle settimane precedenti due tentativi di furto nel suo appartamento. Di più: i sindacati fecero un esposto in Procura nel quale parlavano di “due intrusioni notturne alla Regione Lazio da parte di sconosciuti con la complicità di un dirigente interno”. La Procura aprì sul caso un fascicolo per intercettazione illecita.

Sul ritrovamento di oggi interviene anche Il segretario del Pd Lazio, Enrico Gasbarra: “E’ senza dubbio un episodio inquietante. Esprimo piena solidarietà e vicinanza al presidente Nicola Zingaretti”. “Bene ha fatto il presidente della Regione - aggiunge - ad affidarsi al procuratore capo Giuseppe Pignatone e sono sicuro che la magistratura farà piena luce su quanto è accaduto. L’azione di buon governo avviata dell’amministrazione Zingaretti non sarà fermata da niente e nessuno”.

E il vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Storace afferma: “Mi ha colpito molto. Tra l’altro stamattina ho incontrato il presidente ed è evidente che sono cose che scuotono. Però, proprio perché non si sa chi ce le ha messe bisogna fare una verifica anche negli assessorati e in Consiglio regionale”. Il segretario nazionale de La Destra fu al centro anni fa del cosiddetto caso Laziogate, dal quale è uscito senza alcuna macchia giudiziaria: “Si partì con lo spionaggio – ricorda oggi – e si finì con l’assoluzione con formula piena per tutti. In questo caso hanno trovato le cimici e mancano le spie”. Alla domanda su chi possa avere interesse a spiare il presidente della Regione, l’ex governatore ha risposto con una battuta: “Il problema tanto lo risolverà Renzi, togliendo i poteri alle Regioni, così le microspie le sposteranno da un’altra parte…”.(fonte: il fatto quotidiano)


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