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giovedì 25 ottobre 2018
Come funziona il condono fiscale e quanto si risparmia
martedì 23 ottobre 2018
Mattarella ha firmato il decreto fiscale
Di Maio: "Vincere la paura, mercati vogliono bene all'Italia"
"L'unico organismo che potrà migliorare la manovra è il parlamento italiano, non togliamo un solo centesimo dalle tasche degli italiani. Ascoltiamo tutti ma non torniamo indietro". Così il ministro dell'interno Matteo Salvini su possibili bocciature di Bruxelles.
FONTE: ANSA
mercoledì 19 febbraio 2014
Franco Fiorito: “Forse torno in politica, i cittadini ancora mi amano”
Le parole sono state pronunciate da Franco Fiorito nella celebre trasmissione La Zanzara di Radio 24: “Forse torno in politica, i cittadini ancora mi amano".
Insomma sembra che l’attrazione per la politica sia proprio irrinunciabile. Per alcune persone deve essere proprio difficile vivere senza quella cosa che ha dato fama, potere, conoscenze, soldi. Insomma Fiorito dice questo: io ho avuto sempre un gran consenso sia quando operavo localmente sia quando sono arrivato a ricoprire il ruolo di capogruppo del PDL alla Regione Lazio.
Certo i conduttore della Zanzara, celebre trasmissione di Radio 24 dedicata allo scazzeggio politico, fanno di tutto per indurre gli intervistati a fare un passo falso o andare sopra le righe.
martedì 4 febbraio 2014
Pensioni d’oro, 5000 euro al mese non bastano. Bocciato il ddl
I partiti bocciano il ddl di Fratelli d'Italia.
Un tetto di 5 mila euro lordi alle pensioni dei politici? «Troppo basso» per quasi tutti i partiti, tranne Fratelli d'Italia e Movimento 5 stelle.
La Commissione Lavoro della Camera ha stoppato la proposta di legge Meloni sulle cosiddette pensioni d'oro. La maggioranza ha votato un emendamento soppressivo del Nuovo centrodestra, criticando la scelta di fissare il tetto a circa 3.300 euro netti (5 mila lordi) inclusa previdenza integrativa e complementare. Il relatore è quindi destinato a riferire mercoledì 5 febbraio in Aula con il parere contrario della Commissione.
IRA DI FRATELLI D'ITALIA E M5S. I deputati di Fratelli d'Italia e quelli del M5s hanno già annunciato battaglia. «Un segnale pessimo», ha commentato la capogruppo di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, sottolineando che il voto «dimostra come la maggioranza non voglia intervenire nel merito».
I grillini hanno inoltre proposto che dentro il limite dei 5 mila euro «rientri tutto, anche eventuali vitalizi o pensioni integrative, mentre loro, i soliti furbetti, no. Ed è su questo che daremo battaglia».
PD: TETTO TROPPO BASSO. La relatrice al testo, Marialuisa Gnecchi (Pd), ha detto che la proposta Meloni «è demagogica e inefficace», mette insieme le pensioni complementari e quelle integrative e inoltre «è evidente che pensioni nette da 3.300-3.400 non sono d'oro». Al centro della discussione l'opportunità, sostenuta da FdI, di ricalcolare con il sistema integralmente contributivo le pensioni sopra una determinata soglia, individuata appunto in 5 mila euro lordi pari a circa 3.200-3.300 euro netti, e che il Pd non ha però mai condiviso.
MELONI: «PD E SEL SI VERGOGNINO». Meloni ha replicato sostenendo che «il Pd, con la sorprendente complicità di Sel, non ha alcuna intenzione di mettere mano alla vergogna delle pensioni d'oro.
Gli stessi che oggi bocciano il taglio delle pensioni d'oro sono gli stessi che ieri votavano il blocco degli adeguamenti delle pensioni da 1.400 euro. Davvero senza vergogna».
venerdì 31 gennaio 2014
Parte il Ruby ter: “Berlusconi ha corrotto i testimoni”
Prende il via a Milano un nuovo procedimento contro l'ex premier, legato al 'sistema prostitutivo' di Villa San Martino e alla vicenda di Karima El Mahroug. Un'indagine in cui, dopo le sentenze 'Ruby 1' e Ruby 2', il Cavaliere rischia davvero molto.
L'ex premier, infatti, hanno messo nero su bianco i magistrati, è "gravemente" indiziato del reato di "corruzione in atti giudiziari" perché avrebbe pagato il silenzio non solo delle giovani chiamate a testimoniare sulle serate ad Arcore, stipendiandole con almeno 2500 euro al mese ciascuna, ma anche e soprattutto della marocchina alla quale avrebbe promesso "un ingente compenso se avesse taciuto o 'fatto la pazza'''.
giovedì 30 gennaio 2014
Soldi ai partiti, in 20 anni un fiume di denaro pubblico. Circa 2 mld di euro pagati dai contribuenti
Finanziamento pubblico: la riforma dei rimborsi elettorali è in discussione al Senato per una revisione che sarà a regime non prima del 2017. Dal 1994 a oggi, però, ecco quanto hanno incassato le forze politiche: il gap tra spese sostenute e denaro erogato ha generato un 'tesoretto'.
E' un fiume di denaro pubblico. Alimentato costantemente dai singoli contribuenti. E' un profluvio di quattrini che dal 1974 a oggi non ha mai smesso di scorrere né di portare soldi - tanti - nelle capienti tasche dei partiti politici. Più di quanti non servissero a coprire le spese realmente sostenute a fini elettorali. Soltanto nel corso degli ultimi 20 anni,circa 2,7 miliardi di euro sono stati erogati sotto forma di rimborsi pubblici tra voto per le politiche, le europee. Un lasso di tempo durante il quale i cittadini sono stati chiamati alle urne per ben 15 volte, amministrative escluse.
E, complici le modifiche al rialzo di una contribuzione 'di sostegno' che non ha mai smesso di foraggiare le forze politiche in corsa nelle singole tornate elettorali, il risultato è stato un 'tesoretto' che oggi si è sedimentato:1,9 miliardi di euro, infatti, è l'ammontare del 'surplus' che i partiti si sono ritrovati nei propri salvadanai, al netto delle spese accertate. Spese che, dal canto loro, non raggiungono i 700 milioni di euro. A conti fatti, l'utile incamerato è dunque tre volte quanto si è speso. E, tanto per fare un raffronto, corrisponde alla cifra che nel 2014 occorre per la ricostruzione dell'Aquila post terremoto e del 'cratere' sismico che la circonda.
I dati degli ultimi 20 anni parlano chiaro. E la domanda resta: cos'hanno fatto gli uomini dei partiti con questo tesoretto? Al netto delle inchieste avviate con l'accusa di peculato, quei soldi - è stata la risposta - servono a pagare l'affitto delle sedi, i dipendenti, i funzionari e le campagne di comunicazione. Di sicuro c'è che su Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita accusato di aver utilizzato i rimborsi elettorali per acquisti immobiliari, pende ancora il processo penale. Ma la Corte di Conti ha già deciso: deve restituire quasi 23 milioni di euro al ministero dell'Economia.
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